Greccio - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Greccio
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: DA VEDERE
Il Santuario di San Francesco
 Il Santuario del presepe, il luogo nel quale San Francesco nella notte del Natale del 1223 rappresentò con personaggi viventi la natività.
 Appena entrati nel Santuario, ci si presenta subito il cuore ed il centro del luogo santo: la cappella del Presepio edificata nell'anno 1228, lo stesso della canonizzazione del Santo, sul luogo dove avvenne la rievocazione.
 Nella grotta si conserva un affresco di scuola Giottesca del XIV sec.che rappresenta il natale di Betlemme e il Natale di Greccio, posti significatamente in sequenza.Questo luogo merita una sosta: silenziosa e raccolta, intensa e colma di pace.
 Percorrendo uno stretto corridoio si arriva ai luoghi abitati dal Santo e dai primi frati: il Refettorio innanzitutto, nel quale si osservano ancora i resti di una vaschetta per lavare le stoviglie. Il caminetto è stato restaurato, mentre i due affreschi sono del secolo XVI. Tutto ci parla della semplicità e della povertà degli inizi dell'ordine. Una volta in questo piccolo refettorio Francesco confuse i suoi frati, rimproverandoli paternamente, con la forza del suo esempio di mendicante, di aver imbandito il giorno di Pasqua una tavola contraria alle esigenze di Madonna Povertà.
 Il Dormitorio antico misura 7 metri di lunghezza e da 1.40 a 2 metri di larghezza. Lungo le pareti sono disegnate alcune croci, forse per indicare il posto di ogni singolo frate per il riposo. In fondo possiamo entrare nella celletta che conserva la roccia su cui dormiva San francesco.
 Tommaso da Celano, biografo del Santo ci informa che "nei giacigli e nei letti era così in onore la povertà, che chi aveva poveri panni distesi sulla paglia credeva di essere su un letto sontuoso"
 Fu in questa celletta che il Santo una notte non riuscì a dormire, per aver usato, su invito di Giovanni Velita, un cuscino di piume, in luogo del guanciale di pietra.
 Tornando indietro e avviandosi per salire al piano superiore, si nota, a destra, la cantina di San Francesco e il pulpito di San Bernardino da Siena posto davanti all'antro dove un tempo venivano seppelliti i frati.
  Salendo al piano superiore si visita il Dormitorio ligneo del XIII secolo del tempo di San Bonaventura da Bagnoregio, ministro dell'ordine (1257-1274). E' una costruzione veramente originale, eseguita tutta in legno con cellette allineate su i due lati. Si può vedere una cella abitata dallo stesso Santo e da San Bernardino da Siena. Si incontra quindi un coro del XVII secolo conserva un leggio con un antico corale, un crocifisso ligneo del XVIII secolo; due piccoli quadri in rame del secolo scorso e un'immagine dell'addolorata del XVII secolo della scuola del Sassoferrato.
 Dal coro entriamo quindi nella prima chiesa dedicata a San Francesco dopo la sua canonizzazione avvenuta nel 1228 a soli due anni dalla sua morte. Tommaso da Celano ci informa: "ora in quel luogo è stato consacrato al Signore e vi è stato costruito sopra un altare in onore di San Francesco e dedicatagli una chiesa"
  Restiamo colpiti dall'atmosfera molto raccolta, che ci riporta alla semplicità delle origini francescane. Si può notare il primitivo coro dei frati, con la struttura lignea che li separava dal popolo. Sopra gli stalli, le originali attrezzature per il servizio corale, consistenti in due aste di legno girevoli per sostenere il libro e la lanterna.
 Nella cappella laterale a fianco della piccola chiesa si conserva in copia moderna un ritratto di San Francesco sofferente che si asciuga gli occhi, commissionato da Jacopa dei Settesoli qualche tempo prima della morte del Saanto. L'originale è andato perduto, mentre la copia attuale risale al XIV secolo. San Francesco è colto nell'atto di asciugarsi gli occhi a ragione della grave infezione agli occhi che lo affliggeva.
 Esterno al santuario si trova la cella solitaria di San Francesco e la grotta dove visse per 32 anni, il Beato Giovanni da Parma, settimo ministro generale dell'ordine.
Abbazia cistercense di San Pastore
 Scendendo dal Santuario nelle vicinanze dell'abitato di Spinacceto nel comune di Greccio a metà strada verso la montagna, ancora austera e nobile si trova l'Abbazia cistercense di San Pastore. Essa ci si presenta ben distinta sul colle, più simile ad un fiero castello che ad un monastero. La prima pietra di questa opera, fu posta, come testimoniava una lapide, il 5 maggio 1255 per opera dell'abate Andrea, del priore Roberto e del maestro d'opera Anselmo.
 Nel 1264 i lavori maggiori erano compiuti: la chiesa, il chiostro con l'aula capitolare,la sacrestia e il parlatorio. Nel 1283 il monastero era ancora in costruzione seguendo i canoni dell'arte cistercense e nel 1292 era stata ultimata anche la torre campanaria. Per tutto il XIV secolo San Pastore era in fiorentissimo stato e godeva di altissime considerazioni dal comune di Rieti con il quale aveva buoni rapporti.Tra la fine del XIV sec. ed inizio del XV incominciò per l'abbazia cistercense la parabola discendente; le ragioni di questa decadenza erano dovute alle devastazioni dei fondi, a rapine, a saccheggi ad opera di malfattori e al malgoverno di abati disonesti. Nel 1426 molti beni del monastero furono ceduti e l'abbazia divenne commenda. Varie vicissitudini si ebbero poi per il monastero sino a farlo diventare un rudere pieno di vegetazione e erbacce parassite e solo nel 1988 quando la proprietà di San Pastore passò alla società Edilbeta iniziarono i primi lavori di recupero che hanno fatto oggi tornare l'abbazia al suo antico splendore.